mercoledì 30 dicembre 2015

Mito e natura – Palazzo Reale - Milano - fino al 10 gennaio 2016.

Non ero molto attratta da questa mostra ma a Davide, appassionato della cultura classica ellenica, interessava e quindi, vista l’offerta in abbinamento con la mostra su Giotto (18 euro le 2 mostre invece che 24) l'abbiamo visitata.
La mostra rientra tra le iniziative in qualche modo legate ad Expo 2015 e ci offre varie rappresentazioni della natura legate alle attività umane (agricoltura, pesca, guerra, offerte agli dei, ecc.).
Non sono una esperta e nel sito della mostra leggo di opere che “provengono da musei italiani e internazionali fra cui il Museo Archeologico di Atene, il Kunsthistoriches Museum di Vienna e il Louvre di Parigi”.
La mostra è organizzata in aree tematiche: il mare, la terra, il giardino, nature morte, alcune di esse.

I reperti sono molto affascinanti e ce ne sono alcuni di una bellezza misteriosa ma ho trovato l’allestimento pessimo e decisamente penalizzante per la fruizione completa della mostra.

Dopo l’ingresso entriamo nella prima sala dove notiamo il retro di una statua, leggiamo il testo incollato alla parete che ci avvisa che verremo accolti da Dioniso… peccato che entrando nella sala la statua sia di spalle! Purtroppo non si potevano fare foto (!!!) ma ho recuperato l'immagine qui.
L’allestimento è bello, peccato che l'entrata nella stanza sia in fondo a destra, per chi vede la foto, e quindi la prima cosa che si vede è il retro della statua. Non mi è sembrato un inizio molto attrattivo…

Nelle varie stanze le didascalie delle opere sono scritte in caratteri bianchi e per la maggior parte attaccate a muri gialli oppure alle bacheche di vetro: si leggono con difficoltà (vedi esempio sul sito Lifegate qui).

L’audioguida (compresa nel prezzo del biglietto) suggerisce di visitare la mostra seguendo in modo progressivo i numeri apposti vicino alle opere che hanno la spiegazione ma da subito, nella prima stanza, bisogna fare un percorso di andata-ritorno (in uno spazio non proprio grande) per seguire i numeri (ingresso, percorso sulla destra, ritorno sul percorso a sinistra, e poi tornare da destra per entrare nella seconda stanza), cio’ crea abbastanza caos nel flusso dei visitatori. Immagino che la maggior parte (e anche io, se avessi immaginato) ascoltasse i commenti seguendo i numeri nella maniera più comoda per minimizzare il percorso, saltando di palo in frasca…

L’audioguida descrive solo alcune delle opere, peccato che per alcuni dei vasi, grandi, bellissimi, vengano descritte anche scene riportate sul retro, che però non è visibile: in un caso le bacheche sono disposte in modo tale da creare un perimetro con all'interno una installazione della quale, francamente, avrei fatto a meno (vedi foto dal sito di Repubblica): sarebbe stato meglio permettere ai visitatori di ammirare i vasi nella loro interezza creando il passaggio all’interno (lo spazio c’è).



All’esterno è stato allestito un giardino le cui piante, purtroppo, sono ora per la maggior parte rinsecchite. L'idea era carina, mi sarebbe piaciuto vederlo questa estate.

Ho trovato gli affreschi di Pompei  bellissimi per qualità del disegno e colori: sono attaccati al muro e davanti hanno una “quinta” ritagliata, per vederli nella loro interezza ho dovuto sporgermi a destra e a sinistra perché il riquadro, se si ammiravano da lontano, “mangia” parte dell’affresco.

Alcuni oggetti erano incredibili: la coroncina di foglie e frutti di mirto in oro sbalzato, i grandi vasi con le rappresentazioni di Dioniso, il “tuffatore”, disegno di una nitidezza ancora perfetta, dipinto sull’interno del coperchio di una tomba, molto famoso.

Ultima chicca: la sala dove si possono visionare alcuni reperti di cibo ritrovati a Pompei, molto interessante! Nelle bacheche si trova anche una pagnotta! Alle pareti dei pezzi di affreschi appesi in modo tale, però, che per vederli nella loro interezza mi sono dovuta alzare in punta di piedi perché venivano nascosti parzialmente dalle bacheche (si vede qui)

Nell’ultima stanza, con nature morte di Filippo de Pisis, il commento dell’audioguida è solo per un quadro.

All'uscita, il guest-book. Non mi sono risparmiata.














venerdì 4 dicembre 2015

I grandi fotografi e l'Italia.

La mostra, allestita nel Palazzo della Ragione a Milano e aperta fino al 7 febbraio 2016, è davvero interessante per svariati motivi.
L'ingresso costa 12 euro, poche riduzioni (Tci e Fai e poco altro) ma comprende l'audioguida che per ogni fotografo racconta i fatti salienti della vita e della carriera.
Ascoltando tutto e osservando con attenzione la mia visita è durata un'ora e mezza. Molte le foto.
Qualche foto famosa, ma non molte.
L'itinerario è organizzato per artista, ad ognuno è dedicata una sezione con un massimo di 10-12 foto.

Interessante perchè propone visioni diverse della nostra Italia da parte di fotografi che hanno scattato di passaggio o durante soggiorni  lunghi, che hanno scattato di loro iniziativa o perchè gli era stato commissionato, che hanno scattato per documentare o per raccontare.
Momenti della nostra storia che rimarranno fissati per sempre, ringrazio questi artisti per le loro interpretazioni del nostro paese!

Foto di Robert Capa






















Interessante anche perchè mi ha fatto conoscere tecniche che non conoscevo, alcune mi sono piaciute altre meno:
- la camera obscura di Abelardo Morell,
- le foto a colori scattate dai treni di Bernard Plossu, stampate con una tecnica che le rende leggermente sgranate e regala loro uno strano effetto,
- i mix di Art Kane che simulano una scomparsa nelle acque di Venezia,
- la tecnica di Hiroyuki Masuyama, "Painting meet photography", quella che mi ha più affascinato, con le sue sovrapposizioni che sembrano acquarelli.

Opera di Hiroyuki Masuyama


Altri 3 artisti che mi hanno colpito con le loro opere esposte:
- Salgado e il suo racconto della mattanza,
- Elina Brotherus e i suoi autoritratti,
- Paul Strand e la sua visione dell'Italia di provincia con gli scatti a Luzzara.

Esposte anche opere di molti altri, tra cui Newton, McCurry e Cartier-Bresson.