sabato 15 settembre 2018

Open day all'Azienda Agricola L'Agrifoglio

L’Azienda Agricola l’Agrifoglio di Bolzano Novarese ha partecipato all’OPEN DAY CASEIFICI AGRICOLI 15-16/9/2018, iniziativa che prevedeva una visita guidata all’azienda con possibilità di assistere alle attività del caseificio e una degustazione finale (con piccolo contributo).
Mi sono presentata al primo appuntamento, sabato alle ore 9, e ho potuto imparare un mucchio di cose nuove.
L’Azienda Agricola l'Agrifoglio è stata fondata da Gerolamo Dante Fallati, papà di Alfredo, attuale titolare, che negli anni ’50 si è trasferito qui dalla Valtellina, e ha iniziato a produrre il latte. Stante i sempre minori margini di guadagno sulla sola vendita del latte, e le obbligate “quote latte”, nel 1999 si è aggiunta (per nostra fortuna oserei dire!) l’attività di trasformazione.

Una delle celle di stagionatura.
Tra il 2004 e il 2006 sono state avviate anche le produzioni dello yogurt e del gelato.
Tra i clienti dell’Azienda, che è gestita interamente dalla famiglia, ci sono attualmente anche diverse attività ristorative e ricettive. Una curiosità: il primo hotel che ha acquistato lo yogurt dell’Agrifoglio è stato Villa Crespi, nel 2006, quando Cannavacciuolo, per caso, li ha scoperti nel negozio vicino al suo barbiere!

La visita inizia dalla stalla dove ci sono le mucche da latte, attualmente 23 di razza frisona, jersi e pezzata rossa. Ce ne sono altre che attualmente non producono perché due mesi prima del parto vengono separate e non munte. Ci sono anche alcuni vitellini con pochi giorni/settimane di vita.

Le mucche rientrano in stalla dopo la mungitura.
La stalla presenta una prima caratteristica che differenzia l’Agrifoglio da altre attività “intensive” perché prevede un largo spazio per le mucche, che non sono costrette in pochi cm ma hanno a disposizione circa 8 metri quadrati ognuna, con un’ampia lettiera che, nei progetti dell’Azienda, verrà ampliata ancora di più.
Aggiungiamo che capita spesso di vedere le mucche de l'Agrifoglio a pascolare nei prati circostanti!

Un’altra caratteristica dell’Azienda è che l’alimentazione degli animali è rigorosamente bilanciata con la consulenza di un agronomo, ed è totalmente naturale: fieno, insilato di mais e mangime composto da soia+ mais, tutto OGM free, nessun prodotto chimico. Ai vitelli non vengono somministrati latti in polvere ma il siero che non viene utilizzato in produzione. E non vengono utilizzati antibiotici.
Inoltre, la coltura del mais si trova vicino a un bosco, il che permette di non utilizzare insetticidi in quanto gli animaletti-insetti nocivi vengono mangiati dai predatori naturali presenti nel bosco stesso. Non vengono utilizzati neanche erbicidi o concimi chimici, ecco perché possiamo definire i prodotti de L’Agrifoglio sicuramente a basso impatto ambientale.

Il locale per la mungitura.

Le attività iniziano di mattina con la “sveglia” alle mucche per far loro espletare i loro "bisogni" in quanto poi vanno preparate per la mungitura.
La mia visita inizia quando la mungitura è già stata effettuata e le mucche rientrano nella stalla, mettendosi ordinatamente ai loro posti e iniziando a mangiare, attente a lasciare il giusto spazio attorno alla Regina, sì perché non so se sapete che in ogni mandria c’è la Capa a cui tutte portano rispetto. Ho imparato anche che le mucche comunicano tra di loro attraverso i  movimenti delle loro orecchie!
L’area della mungitura contiene otto mucche: prima vengono puliti i capezzoli, che alla fine vengono disinfettati. Il latte naturalmente viene controllato meticolosamente e trasferito nei frigoriferi da cui si attingerà per le varie trasformazioni.
La produzione di latte giornaliera si aggira mediamente attorno ai 20-24 litri per animale, raccolti tramite due mungiture, che permettono, oltre alla vendita del latte pastorizzato, la produzione di circa una decina di formaggi diversi, oltre allo yogurt e al gelato.
Il formaggio che si fa in meno tempo è il “Primo Sale”, quello che si fa in più tempo è la Toma Gran Riserva, che stagiona dai 6 ai 12 mesi.

L'altra cella di stagionatura.
Il latte viene pastorizzato a 72 gradi e poi raffreddato a 40 gradi.
Il primo passo per produrre il formaggio è aggiungere il caglio, che proviene dallo stomaco dei vitelli, dei capretti oppure – nel caso di quello vegetale – dal carciofo selvatico. Il caglio reagisce con la caseina, si aggiungono anche fermenti lattici, in quantità diverse a seconda del tipo di produzione (impediscono ai batteri di riprodursi).
Per i vegetariani consigliamo il "Monticello Vegetariano" perchè è appunto prodotto con il caglio vegetale.

La spezzatura del caglio

Dopo mezzoretta già vediamo il formarsi in superficie del primo abbozzo del formaggio: il caglio viene a questo punto "spezzato" e filtrato per separarlo dal siero.

Filtratura del caglio

Una quantità di siero viene messa in un recipiente apposito per fare la ricotta, di cui parlo dopo.

Il caglio spezzettato viene salato e messo in piccoli recipienti forati che fanno colare il liquido in eccesso.
Salatura e mescolatura del caglio.

Il Primo Sale è pronto per riposare.

Il “Primo Sale” è quasi pronto, bisogna solo farlo riposare in cella frigorifera per 2-3 ore!

Per la ricotta, invece, il siero viene salato e poi riscaldato nuovamente quasi a 90 gradi. A questo punto si puo' "raccogliere" la ricotta in superficie e metterle nei recipienti forati per fare colare il liquido in eccesso.

La ricotta viene estratta dopo la riscaldatura.

La ricotta viene messa nei recipienti.
Come avete potuto  notare tutti i procedimenti sono ancora svolti manualmente.

Ma...a quando risale la prima produzione del formaggio?
<<Già 8000 anni fa le popolazioni della Mesopotamia tentavano di addomesticare animali lattiferi ed è verosimile pensare che già allora gli uomini cercassero di utilizzare e di lavorare il latte a fini alimentari.>> (fonte: mu-edu.it Assolatte)


E secondo voi come si è potuto scoprire che il caglio stimola la produzione del formaggio? 
<<La più nota leggenda è quella di un mercante arabo che, dovendo attraversare il deserto, portò con sé alcuni alimenti, tra cui il latte. Per il trasporto si servì di una sacca fatta con lo stomaco essiccato di una pecora. Il movimento del viaggio, il caldo e gli enzimi rimasti sulla parete dello stomaco della pecora avrebbero acidificato il latte e coagulato le proteine presenti al suo interno in piccoli grumi. Sarebbe nata così la cagliata. E' verosimile che la scoperta del formaggio sia stata effettivamente casuale e legata al tentativo di trasportare e conservare più a lungo il latte>> (fonte: mu-edu.it Assolatte).

giovedì 2 agosto 2018

In moto nel Varesotto e sul battello.

Questa motopasseggiata è nata dal voler accompagnare la mia cara Amica Laura verso la Svizzera, da dove sarebbe rientrata a casa, in Trentino, dopo essere stata  mia ospite un paio di giorni.
Partiamo quindi la mattina presto dal B&B e arriviamo a Sesto Calende evitando l'autostrada e percorrendo la mia solita stradina alternativa che, costeggiando il parco dei Lagoni di Mercurago, sbuca a Castelletto Ticino dove, purtroppo, dobbiamo percorrere il  brutto vialone commerciale che porta a Sesto Calende, per fortuna non c'è troppo traffico. Il lungolago di Sesto Calende è ideale per una bella passeggiata, ci sono dei bar carini per una sosta.
Il lungolago di Sesto Calende.

Da Sesto abbiamo preso la strada per Angera, dove c'è un bellissimo lungolago spazioso. Abbiamo poi proseguito per Laveno costeggiando il lago, tra bellissimi panorami, ville e giardini fino a Luino, da dove abbiamo tagliato verso l'interno per arrivare a Ponte Tresa, dove ci siamo divise.
Ponte Tresa è molto caotico come paese ma più avanti a Lavena Ponte Tresa ci sono dei begli angolini per sostare e mangiare.

Lavena Ponte Tresa in una mia immagine di repertorio
Io ho proseguito scendendo verso la Valganna, percorrendola costeggiando il piccolo lago di Ghirla, un percorso fresco tra le colline con dolci curve.
Bellissimo scorcio di Bedero Valcuvia.
Ho poi deviato verso Bedero Valcuvia per ritornare a Laveno, da dove ho preso il battello.

Sul battello da Laveno Mombello a Intra.
La moto non è stata fissata con alcuna corda, non si è mossa minimamente perchè il battello non ha avuto scossoni e quindi è andato tutto bene anche se ero un po' in apprensione :).

Mappa fino a Laveno qui

Da Intra ho costeggiato poi tutto il Lago Maggiore, con i suoi paesaggi stupendi: le ville, i giardini, le isole borromee, fino ad Arona, da dove, per tornare verso il B&B, sono salita per Montrigiasco, salutando così anche il San Carlone, tappa d'obbligo per chi passa da Arona.


Il Colosso di San Carlo di Arona, detto amichevolmente San Carlone.
Mappa da Intra al B&B qui

Immagini delle mappe:
Sponda orientale del Lago Maggiore da Sesto Calende a Luino e Valganna.
Sponda occidentale del Lago Maggiore da Intra fino ad Arona.




martedì 22 maggio 2018

Il Giardino dei Semplici di Miasino

Il nostro territorio offre perle di rara bellezza sia dal punto di vista naturalistico che artistico, ma ci sono anche delle "chicche", piccoli angoli magici poco conosciuti che ti fanno viaggiare con la mente per i loro colori, i loro profumi, la loro bellezza.
Una di queste è IL GIARDINO DEI SEMPLICI, che si trova di fronte alla Chiesa di San Rocco di Miasino, sulle colline della costa orientale del lago d'Orta.

Il giardino ha avuto una prima stagione di fortuna a seguito di interventi che hanno potuto godere di finanziamenti che pero', qualche anno fa, si sono esauriti.
Da allora giaceva in stato di semiabbandono, fino a quando il comune di Miasino ha deciso di riportarlo agli antichi splendori e lo ha affidato ad Albert Husband, guida naturalistica escursionistica e istruttore di nordic walking che, con poche - e personali - risorse economiche, l'ha fatto rinascere.

Oggi ho potuto scoprire la bellezza di questo giardino che contiene, per ora, 85 piante officinali, ma che è in continuo aggiornamento: ho visto vasi con nuove piantine in attesa di trovare il loro posto nelle aiuole, quando il clima sarà più clemente.

Quando non esistevano i farmaci chimici, ci si curava con le erbe: i "semplici" (dal latino medioevale medicamentum o medicina simplex), varietà vegetali con virtù medicamentose che si coltivavano in vari orti cittadini, da cui la definizione "Horto dei semplici" (wikipedia).

Il Giardino dei Semplici di Miasino (Novara).

Albert si è dedicato dapprima alla sistemazione del fondo con la realizzazione dei vialetti in ghiaia bianca, che fanno un bel contrasto con le aiuole foderate di corteccia.
Poi ha selezionato accuratamente le piante officinali in modo da alternare le fioriture nei vari periodi della bella stagione, così ci sono sempre fiori e colori a rallegrare la visita.

La stagione 2018 del Giardino dei Semplici di Miasino verrà inaugurata il 2-3 giugno, in occasione della tradizionale manifestazione Menta&Rosmarino, il giardino sarà poi visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 17.00 alle 19.00. L'ingresso è gratuito ma una libera offerta sarà sicuramente gradita.
Albert saprà svelarvi i segreti di ognuna delle piante officinali presenti nel giardino.

Potrete trovare una delle specie da cui si ricava la senape (Sinapis Arventis) e il Galium Odoratum, anche chiamato Stellina Odorosa, utilizzato per far cagliare il latte in modo naturale.

La "Stellina Odorosa" del Giardino dei Semplici di Miasino.
Abbarbicata al muretto scoprirete la piantina di capperi (Capparis Spinosa), dai fiorellini che durano un solo giorno, e poi più in là le margherite gialle dette "del pittore" perchè i pittori ne ricavavano il pigmento per il colore giallo, e in un angolo il rabarbaro.


La piantina dei capperi nel Giardino dei Semplici di Miasino.

E poi le piante che se ci passi una mano sopra delicatamente, te la profumano fino a sera (la melissa, il timo, ecc.) , e una delle specie di liquerizia, l'assenzio, l'erba cipollina dai fiori colorati  e coreografici.

L'erba cipollina fiorita, nel Giardino dei Semplici di Miasino.

Naturalmente troverete anche le piantine che molti di voi avranno nel proprio giardino o sul proprio balcone: salvia, timo, rosmarino, menta, ecc.

Insomma ogni componente di questo curatissimo giardino è da scoprire camminando per i vialetti riparati dai muri di pietra che arginano il vento e il freddo.
Tutte le erbe, anche quelle che sono originarie di paesi più caldi, si sono molto bene ambientate, probabilmente proprio perchè l'angolo è riparato ma purtroppo anche quest'anno c'è stata qualche vittima delle nostre basse temperature, soprattutto di quelle fuori stagione.
Ma Albert non si da per vinto ed è sempre pronto a rimpiazzarle e ad aggiungerne altre.

Il giardino è in continua evoluzione e presto disporrà anche di un angolo in cui potersi sedere e soffermarsi in tranquilla e silenziosa meditazione, assaporando i profumi sospinti dalla brezza delle colline del Cusio.

Se poi si dispone di altro tempo consiglio la visita della Chiesa di San Rocco, che sorge proprio di fronte al Giardino.














lunedì 23 aprile 2018

Le passeggiate per i bambini di Ecomuseo.


Forse non tutti sanno che l’Ecomuseo del Lago d’Orta eMottarone non è un museo tradizionale.

Gli ecomusei sono stati istituiti dalla Regione Piemonte nel 1995, prima iniziativa italiana ispirata all’esperienza ecomuseale europea. Un ecomuseo non è un singolo luogo fisico ma comprende un ampio territorio, con le sue caratteristiche ambientali e culturali, caratterizzato dalle popolazioni che vi risiedono, dalle loro tradizioni e da un patrimonio naturalistico e storico-artistico importante che va tutelato e valorizzato.

L’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone è una Associazione nata 20 anni fa e abbraccia l’area del Cusio, della Val Strona, del Mottarone fino alle porte della Val d’Ossola e ai pendii che digradano verso il Lago Maggiore. Si propone di valorizzare, tutelare e promuovere questo territorio con azioni di informazione e comunicazione, stimolando la partecipazione dei cittadini.

Attraverso le passeggiate di Scopriamo Girolago, Ecomuseo accompagna attraverso sentieri collegati che circondano il lago d'Orta.

I numerosi partecipanti di una scorsa edizione del Girolago Bimbi di Ecomuseo.
Una delle iniziative che sta riscuotendo parecchio successo è GIROLAGO BIMBI, che vuole avvicinare i bambini (e i genitori che li devono accompagnare) al piacere di camminare. 

Un momento di intrattenimento durante il Girolago-Bimbi

La formula ormai è ben collaudata: una camminata di 4/5 km in totale per bambini di età dai 4 ai 10 anni, su di un percorso protetto, senza auto (ma non adatto a passeggini e carrozzine perchè comunque si tratta di trekking), dove si alternano tratti nel verde a momenti di animazione, magia, spettacolo e divertimento.
La prenotazione è obbligatoria per consentire una adeguata organizzazione, in collaborazione con associazioni e comuni.
Un momento di intrattenimento durante il Girolago-Bimbi.
L’edizione primaverile sarà nei giorni 29 aprile e 27 maggio.

29 aprile: BOCA-ALLA SCOPERTA DELLE VIGNE si svolge nei dintorni del famoso santuario (visitabile individualmente) progettato dall'Antonelli e meta di pellegrinaggi con numerosi ex voto sulle pareti interne. Il percorso si snoda attraverso i vigneti di una delle zone di maggior pregio per la produzione dei vini novaresi.

27 maggio: SAN MAURIZIO D’OPAGLIO – AL LAGO si svolge sul lago d'Orta, in gran parte sulla passeggiata che costeggia il lago, in uno degli angoli più belli del Cusio.

Le passeggiate sono all'insegna del turismo lento e tranquillo, con tappe durante le quali si svolgono momenti di intrattenimento.



Per iscriversi o avere maggiori informazion: ecomuseo@lagodorta.net, telefono 0323.89622 (lunedì-venerdì 9,30-12,30).

Fonte di parte dei testi: Ecomuseo del Lago d'Orta e Mottarone.

martedì 27 febbraio 2018

Le E-bike di Etraction anche a Mezzomerico

I nostri amici di Etraction hanno aggiunto un nuovo tassello al grande lavoro che hanno intrapreso per rendere il nostro territorio visitabile in maniera sostenibile.
Da sempre propongono il noleggio delle bici a pedalata assistita e da qualche tempo hanno contribuito a promuovere l'installazione presso alcuni comuni delle colonnine per la ricarica, per consentire la visita e la scoperta di parti di territorio sempre più ampie.

Oggi ho partecipato alla presentazione della nuova colonnina di ricarica a Mezzomerico, che si trova presso la nuovissima azienda vitivinicola Enrico Crola, che ha una particolarità: viene ricaricata tramite la connessione a un impianto fotovoltaico molto particolare.

Lo Smartflower (tm) a cui è collagata la colonnina di ricarica Etraction.
Questo impianto fotovoltaico ha la particolarità di "seguire" il sole e di "chiudersi" come un fiore al tramonto per riaprirsi ai primi raggi di sole.


Le fasi di chiusura dello Smartflower (tm).

Durante la mattinata era presente anche Livio Suppo (ex TM Honda HRC MotoGp) che collabora col gruppo THOK, produttore delle e-bikes noleggiabili tramite Etraction.



E' stata anche presentata una app di Be-E che consente di cercare i punti di ricarica più vicini alla propria posizione.



Noleggiare una e-bike nei nostri territori diventa sempre di più una possibilità di visitarli in maniera sostenibile, senza doversi limitare a brevi tragitti.
Infatti, grazie all'impegno di Etraction, i punti di ricarica iniziano ad essere diversi, dislocati in tutta l'area: Omegna, Ameno, Orta San Giulio, Pella, Mottarone, Baveno, Verbania e ora anche Mezzomerico.

L'evento è stato ospitato nella sede dell'azienda vitivinicola Enrico Crolla, che ha anche offerto un aperitivo con i vini prodotti e con alcune bontà del territorio (crema di gorgonzola e salame).




lunedì 26 febbraio 2018

La Chiesa di San Bernardino ad Ameno

Ad Ameno, una domenica verso mezzogiorno, ho trovato aperta la Chiesa di San Bernardino e sono riuscita a dare un rapido sguardo all'interno appena prima della sua chiusura.
Nonostante abbia avuto parecchie occasioni di passeggiare per Ameno e scoprire le sue bellezze, è stata la prima volta che ho potuto visitarla.
La Chiesa, esistente prima del 1600 e successivamente ampliata nel XVIII secolo è abbastanza in buono stato, nonostante gli evidenti segni dell'umidità.
Durante la peste del 1630 fu intonacata e probabilmente usata come lazzaretto. Solamente verso il 1920 gli affreschi originali sono stati riportati alla luce:
La Chiesa di San Bernardino ad Ameno.

All’esterno, la facciata è in stile barocco decorata da stucchi, entrando colpisce subito l’altare in legno scolpito con l’Immacolata dipinta dal Bertocchino.
Sono rimasta sorpresa nel vedere la particolarità di questa chiesa: ai lati dell'altare è presente un tramezzo in legno decorato che divide la Chiesa. Finora non avevo mai visto questo elemento in altre chiese della zona. Purtroppo non è conservato in maniera ottimale, meriterebbe un accurato restauro che possa riportarlo alla sua originale bellezza...ma si sa che questi interventi costano molto e le casse dei piccoli comuni spesso non possono permetterseli :(

L'altare della Chiesa di San Bernardino ad Ameno, con il tramezzo.

A causa dell’imminente chiusura della Chiesa non ho potuto visitare la zona retrostante il tramezzo, dove avevo scorto altri affreschi.
Tornata a casa, quindi, mi sono documentata e ho trovato alcune notizie nella guida “Lago d’Orta – Itinerari tra arte, storia e cultura”, a cura di Mauro Borzini, Alessandra Salvini e Fabio Valeggia, da cui sono tratti parte dei testi qui pubblicati.
Ho scoperto che, sulla parete di fondo dell’abside, ci sono due affreschi cinquecenteschi dei Santi Bernardino e Domenico (potete scorgerli nelle mie foto).

L'altare della Chiesa di San Bernardino ad Ameno, con il tramezzo.
Questi affiancano un altro altare, detto del SS. Crocefisso, al di sotto del quale si conserva, nell’arcata disegnata ed eseguita da Gualino di Orta, il corpo di San Felice Martire.
La chiesa sorge praticamente nel giardino della famiglia Obicini, e questo fa pensare che fu costruita per volontà della famiglia: il cancello d’entrata ed il muro di cinta la collegano direttamente con Palazzo Obicini.
Questa famiglia è stata una delle più importanti e prestigiose della Riviera d’Orta, tra il XV e il XVIII secolo. Da ricordare sono Frate Bernardo e Padre Francesco Obicini, fondatori del convento del Monte Mesma (leggere qui)

martedì 23 gennaio 2018

A Novara, dentro la cupola di Antonelli.

Il 22 gennaio si festeggia il patrono di Novara, San Gaudenzio.
A lui è dedicata la basilica che vanta un elemento architettonico importantissimo: la maestosa Cupola, alta 121 metri, progettata dall'architetto-ingegnere Alessandro Antonelli, che ormai è un simbolo della città e il segno distintivo del suo "skyline".

La cupola antonelliana della Basilica di San Gaudenzio

In occasione della festa del patrono, ho potuto usufruire gratuitamente (dopo aver prenotato) della salita alla Cupola, con il grande apporto di una guida turistica che ha accompagnato il gruppo (eravamo una trentina) e spiegato molto dettagliatamente la storia della sua realizzazione.
La salita è avvenuta con ascensore (o scale) all'interno del campanile.

L'interno del campanile.

La prima tappa è stata nella sala del compasso, detta così perché custodisce ancora il compasso usato da Antonelli per disegnare i quarti di cerchio con i quali ha realizzato il sistema di cerchi concentrici che formano la cupola.


La sala del compasso (che si vede sulla destra)
In fondo al salone si trova il modellino in legno del campanile, realizzato prima che si costruisse quello vero e una serie di fotografie che testimoniano l'avanzamento dei lavori della cupola.

Le foto del cantiere nella sala del compasso.
Nella sala si vedono parti del sistema di archi che costituisce la base portante, tutta la costruzione è stata realizzata con materiali della zona, per legarla al suo territorio: mattoni e calce, senza impiego di ferro, cosa che ne fa uno degli edifici in muratura più alti del mondo. E' la costruzione IN MATTONI più alta d'Europa.
Dalla sala del compasso si prosegue solo a piedi, passando per l'interno della basilica.

L'interno della basilica visto mentre si sale alla cupola.
L'interno della basilica visto mentre si sale alla cupola.
In alcun punti i gradini sono veramente stretti e quando si intravede il pavimento della basilica, metri più sotto, è abbastanza "emozionante".
Si esce poi nel primo ordine di colonne. Tutta la balconata è protetta da un sistema di reti a maglie larghe che consentono di godere appieno del panorama.



Ci vollero quasi 50 anni di lavori dal progetto alla realizzazione della cupola, che alla fine non è proprio uguale al progetto iniziale.
Per costruirla si usarono anche parte delle tasse che i cittadini pagavano sulla carne e sul sale.
Ci vollero tanti anni perchè i lavori si fermarono durante le guerre di indipendenza, il periodo è compreso tra il 1820 e il 1887, quindi i fondi vennero ridotti e molti uomini che lavoravano al cantiere vennero richiamati alle armi.

Il campanile della Basilica visto dalla cupola.

Nel corso degli anni Antonelli aumentò l'altezza e ripresentò più volte il progetto con modifiche sostanziali che vennero accettate dopo svariate contestazioni.
Antonelli progettò la cupola scomponendolo in una serie di tanti cerchi concentrici che si innalzano verso il cielo, sempre più piccoli, scaricando man mano il peso sulla struttura portante. In caso di cedimento strutturale la cupola collasserebbe su sé stessa e non sugli edifici circostanti.
(Ora all'interno ci sono dei sofisticati sistemi d'allarme installati per monitorare eventuali pericoli di cedimenti, crepe od oscillazioni).
La cupola, però, non è del tutto completata: Antonelli voleva decorare la seconda cupola interna, oggi bianca, con una serie di affreschi visibili dal basso e anche i colonnati esterni dovevano essere arricchiti da una serie di statue.

Tramonto su Novara dalla cupola.

Un altro fattore distintivo che volle Antonelli è che la cupola risulta visibile perpendicolarmente da tutte le principali arterie stradali che conducono verso il centro della città.

Grazie e complimenti alle guide turistiche che hanno accompagnato i visitatori trasmettendo tante informazioni interessanti.
E' possibile visitare la cupola nelle modalità indicate sul sito dell'ATL:
http://www.cupolasangaudenzio.it/index.php?testo=prenotazioni

Fonti delle informazioni: guida turistica Atl e https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_San_Gaudenzio#La_cupola