giovedì 13 novembre 2014

S. Martino di Ingravo a Bolzano Novarese - parte 4 - Gli affreschi interni (parete sinistra).

Anche la parete di sinistra di S.Martino presenta una serie di affreschi importanti.

Il primo è un San Martino, rappresentato più come un cavaliere elegante che come un soldato romano, che rispecchia il clima culturale di fine 400, periodo in cui il linguaggio gotico si era ormai diffuso nell’ambito della pittura d’affresco devozionale.
Un’iscrizione posta nella parte superiore dell’affresco permette di conoscere l’autore: si tratta di Tommaso Cagnola, importante personaggio del novarese.

Dopo San Martino si può ammirare un Compianto, sopra il quale si trova una lunga iscrizione in rozzo gotico che ci fornisce importanti informazioni e una testimonianza dell’epoca: “... Uberto de Coiro fece fare San Martino e il Crocifisso con la Vergine Maria e San Giovanni, e l’altare, e ricoprire il tetto della chiesa, con i soldi che aveva lasciato in legato la madre Comina de Coiro. Per primo ha dato 7 lire e 3 soldi a Zanino e Jacopo de Prumelo per la copertura del tetto, in seguito diede al maestro Giovannino 12 soldi e 4 denari per la calcina dall’altare, per le pitture fatte nella chiesa 4 lire.Detto Uberto ha speso di suo 1 lira e 19 soldi per fare queste opere...”.
Secondo studi condotti dallo storico novarese Alfredo Papale, De Coiro era di origine bolzanese, poi trasferitosi a Roma insieme ad altre famiglie, ma rimasto particolarmente legato alla chiesa di San Martino.
Un particolare curioso inserito nel dipinto è la figura che si nota nell’angolo sotto l’iscrizione:  vi è raffigurato come devoto colui che fece eseguire l’affresco, probabilmente si tratta dello stesso Uberto De Coiro.



Questo dipinto, a giudizio di molti, è il più bello e appariscente tra tutti gli altri affreschi, dove Cagnola riesce ad esprimere, specialmente nel Cristo e nella Vergine addolorata, tutta la sua drammaticità raffigurativa.
Il legame tra San Martino, il Compianto e la Crocifissione della parete destra è testimoniato non solo dall’iscrizione ma anche da elementi stilistici, dai lineamenti corporei del Cristo, dal carattere del volto della Madonna, particolari che aiutano a capire che si ha di fronte la mano dello stesso autore.
Di questa serie di affreschi si ha il nome dell’artista e del committente ma  non la data di esecuzione: sono stati attribuiti all’anno 1480-1481 confrontandoli con l’affresco di San Bobo a Verbania, dove Tommaso oltre alla firma lascio’ anche la data (1481).

A fianco del grande Compianto si trova una Madonna con il bambino che è già opera completa di Francesco Cagnola, figlio di Tommaso: si notano qui le caratteristiche della sua pittura, soprattutto nelle caratteristiche fisionomiche delle figure, con visi più lunghi, occhi rotondi con ombre scure, capelli con ondulazioni rigide e la presenza di tessuti con grosse decorazioni. Il fatto che sia opera di Francesco, pur non provato con certezza, puo’ essere molto ben dedotto dal confronto con il San Martino affrescato all’esterno, opera sicuramente di Francesco.

I testi sono tratti dal volume: "Bolzano, leggenda, cronaca e storia" (Autori: G.M.Franzosi, C.Frattini, S.Frattini, A.Marietti, V.Mora, D.Valeri).



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