Sono stata in Expo il 9 luglio una prima volta, grazie al regalo di una
cara Amica (Grazie Cécile!).
Ho un altro biglietto da utilizzare con Davide, e ho intenzione di
andarci una volta anche di sera, ecco perchè non voglio trarre conclusioni o
azzardare giudizi dopo una visita parziale dell'Esposizione.
Anche la mia compagna di esplorazione ha un altro biglietto da
sfruttare, così abbiamo deciso che questa sarebbe stata una giornata non
pianificata nei dettagli, durante la quale bighellonare e dove saremmo entrate a visitare i padiglioni che non presentavano code all'ingresso, senza
stressarci per fare quelle che ormai parrebbero tappe "obbligate", stando a
sentire i pareri di molti (es: Brasile,
Svizzera, Giappone, ecc. ecc.).
Abbiamo preso il treno e siamo arrivate in anticipo rispetto all'orario
di apertura: il treno è molto comodo in quanto l'uscita è proprio davanti
all'ingresso ovest "Triulza" e dopo i tornelli si è praticamente di fronte
al Padiglione Zero. Essendo presto, ed essendo noi in buona posizione, abbiamo deciso di iniziare da lì la nostra visita.
Veronica ha acquistato l'Expo Passport (io ne ero già in possesso perchè regalato dalla mia Amica) e ci siamo dirette subito al Padiglione Zero: segnalo che dai tornelli si entra in Expo a partire dalle 9.45 ma i padiglioni aprono alle 10. Abbiamo comunque fatto un quarto d'ora di coda prima di entrare.
No, non è la biblioteca del Trinity College di Dublino: appena varcato l'ingresso
del Padiglione Zero siamo rimaste disorientate da questa enorme parete, in un locale molto grande, ricreata
davanti a noi, tutta in legno, alta fino al soffitto, dove i cassettini simboleggiano le usanze alimentari nel corso
del tempo (da sito Expo: si chiama Archivio della Memoria).
Passate al locale successivo,
con un grande albero che buca il soffitto a simboleggiare <<la tensione dell'elemento terrestre verso l'infinito>> (cit. sito Expo) siamo rimaste avvolte dai filmati
che rappresentano le varie pratiche che legano l'uomo alla natura (agricoltura,
pastorizia, pesca, caccia...).
Le sale successive sono dedicate ai prodotti della terra di origine
vegetale, con una esposizione di cereali, spezie e legumi organizzata in modo
molto scenografico,
e agli animali di tutte le specie (in questa sala il percorso era obbligato e non ci si poteva soffermare
per troppo tempo). Questa mi è sembrata una rappresentazione un po' banale del regno animale...
Dal sito di Expo: <<il Padiglione Zero riproduce un pezzo della
crosta terrestre, sollevata dal terreno...utilizzando la schematizzazione delle
curve di livello, riproduce il suolo terrestre, con montagne, colline e una
grande valle centrale... il Padiglione Zero offre un’esperienza di viaggio al
centro della Terra, dove l’esplorazione avviene passando all’interno della
crosta terreste tra le grotte che sono state ricostruite in un’atmosfera di
quasi totale assenza di luce. Le montagne della crosta terrestre sono la
copertura sotto la quale si sviluppano le grotte, al centro della quale si
trova la “valle delle civiltà” ...>> L'ispirazione per la realizzazione dell'architettura è arrivata dai Colli Euganei.
Successivamente troviamo rappresentazioni di quanto l’uomo ha prodotto
dalla sua comparsa sulla Terra fino a oggi e le trasformazioni del paesaggio
naturale, avvenute passo passo attraverso lo studio e la conoscenza,
La conoscenza |
Dalla civiltà rurare alla civiltà industriale |
troviamo anche la rappresentazione della "contabilità" e dello
"spreco" degli alimenti.
Il Padiglione Zero mi è piaciuto: è un viaggio su cui riflettere, dai primordi attraverso l'evoluzione per arrivare allo spreco dei giorni nostri.
Abbiamo poi iniziato la visita ai singoli padiglioni, il primo che abbiamo incontrato sulla nostra strada è stato quello del Nepal, un tempio in legno intagliato, il cui montaggio è stato terminato proprio nei giorni successivi
al terribile terremoto, con aiuti da parte di maestranze italiane.
Dal sito di Expo: <<Il Nepal partecipa con il tema “La sicurezza
alimentare e la sostenibilità per lo sviluppo”. Il Padiglione ricorda la forma
del mandala, il diagramma circolare composto dall’unione di figure geometriche
che richiama il cerchio della vita.>>
http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/15_luglio_13/milano-expo-nepal-piu-forte-terremoto-inaugurato-tempio-pace-visita-speciale-14a12a6c-2935-11e5-8a16-f989e7f12ffa.shtml
Impressionanti le lavorazioni - fatte a mano - delle colonne e delle altre parti che costituiscono il tempio, indimenticabile il profumo del legno che emana da esse, annusatelo.
Nella foto qui sopra si possono notare dei vasi appesi, contenenti i prodotti della terra coltivati in Nepal.
Nel padiglione si trova anche una postazione "gastronomica" e, nonostante l'orario, ci siamo subito fatte convincere dal profumino a degustare un paio di assaggini.
Samosa (a sin.): fagottini ripieni, e Pork momo (a dx): specie di ravioli al vapore |
Abbiamo notato che c'era anche un piccolo padiglione Caritas di cui nessuno si curava e siamo entrate: abbiamo visto due opere molto interessanti: la
prima rappresenta, visualizzandola sotto forma di costruzione fatta con
monetine, la distribuzione della
ricchezza mondiale:
Una "infografica in 3D" molto, molto efficace... |
La seconda installazione si intitola "Energia" del 1973, dell'artista Wolf Vostell, mostra una Cadillac, simbolo di un consumismo sconsiderato, circondata di pane - il bisogno primario di cibo - avvolto in giornali, medicamento per ricostruire l'equilibrio interiore; l'umanesimo di Vostell lancia un messaggio politico e sociale di valenza planetaria.
(cit. sito Caritas)
Il padiglione della Repubblica Ceca ha un'area-sosta al piano terra,
la scultura all'interno della piscina <<a forma di uccello rappresenta i
progressi delle industrie ceche nei campi delle nanotecnologie e della
produzione di biopolimeri da materiali di scarto>> (cit.sito Expo).
Nel padiglione, il "laboratorio del silenzio" mi è piaciuto molto: in questo mondo rumoroso e fracassone impariamo ad osservare in silenzio! Nella sala è riprodotto un pezzo di foresta e, più l'ambiente è silenzioso, più si riesce ad osservare le piante nei dettagli, sui 2 schermi appesi, collegati a un microscopio. Più c'è rumore e meno si vede :)
Nel padiglione, il "laboratorio del silenzio" mi è piaciuto molto: in questo mondo rumoroso e fracassone impariamo ad osservare in silenzio! Nella sala è riprodotto un pezzo di foresta e, più l'ambiente è silenzioso, più si riesce ad osservare le piante nei dettagli, sui 2 schermi appesi, collegati a un microscopio. Più c'è rumore e meno si vede :)
(continua...)
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