Uno dei padiglioni che mi è piaciuto di più (tra quelli finora visti, e me ne mancano molti) è quello del Bahrain.
L'architettura è molto particolare, tutto bianco, strutturato a corridoi dove, anche quando fa molto caldo, si creano piacevoli correnti di aria fresca. A fine Expo il padiglione verrà smontato e rimontato nel Bahrain, dove servirà da giardino botanico.
Il tema è "Archeologie del Verde" e ci fa viaggiare attraverso la cultura artistica (sono esposti alcuni reperti archeologici) e quella agricola. Nei vari spazi ricavati ci sono 10 diversi frutteti, con alberi che daranno i propri frutti in diversi periodi, all'interno del semestre di Expo, a ricordare le diverse colture possibili in quei territori grazie alla ricchezza di sorgenti di acqua dolce in una regione prevalentemente desertica.
L'Irlanda è uno di quei paesi che, secondo me, ha sviluppato bene il tema di Expo, presentando le peculiarità delle sue attività agricole - colture, pastorizia - insieme all'impatto che generano sul pianeta, illustrandoci anche i percorsi di sostenibilità e controllo qualità che garantiscono la genuinità dei prodotti e il rispetto dell'ambiente.
Con i filmati dei paesaggi e la musica dal vivo, si ricrea piacevolmente l'aria d'Irlanda.
Anche l'aspetto esteriore del padiglione mi è piaciuto, in legno, molto semplice (seppur immagino complesso nella realizzazione).
L'architettura è molto particolare, tutto bianco, strutturato a corridoi dove, anche quando fa molto caldo, si creano piacevoli correnti di aria fresca. A fine Expo il padiglione verrà smontato e rimontato nel Bahrain, dove servirà da giardino botanico.
Il rendering proviene dal sito di Expo2015, il padiglione è stato realizzato esattamente come da immagine. |
Il frutteto dedicato alla PAPAYA. |
L'Irlanda è uno di quei paesi che, secondo me, ha sviluppato bene il tema di Expo, presentando le peculiarità delle sue attività agricole - colture, pastorizia - insieme all'impatto che generano sul pianeta, illustrandoci anche i percorsi di sostenibilità e controllo qualità che garantiscono la genuinità dei prodotti e il rispetto dell'ambiente.
Con i filmati dei paesaggi e la musica dal vivo, si ricrea piacevolmente l'aria d'Irlanda.
Anche l'aspetto esteriore del padiglione mi è piaciuto, in legno, molto semplice (seppur immagino complesso nella realizzazione).
Abbiamo poi visitato i cluster del riso e del cacao, dove i padiglioni erano piccolini e realizzati tutti con lo stesso stile. In questi piccoli spazi sono presenti parecchi Stati che, purtroppo, in molti casi, hanno scambiato Expo per la Bit o per la Fiera dell'Artigianato. In particolare, il "basmati pavillon", credo succedaneo dell'India, non presente nell'elenco dei paesi espositori che ho consultato anche oggi, è davvero una bancarella per vendere prodotti, con qualche esempio delle tipologie di riso relegato in un angolo. E c'era pure il "buttadentro" che
In questi due cluster da segnalare Myanmar, dove si parla della storia del riso e della sua coltivazione in questo paese che fu negli anni 30 il principale esportatore, ai primi posti anche ora.
Myanmar è anche uno dei principali esportatori di legumi secchi e fagioli.Nel corso del tempo sono stati sviluppati sistemi di produzione agricola innovativi che hanno portato alla riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, e quindi ad una produzione più eco-sostenibile e a un riso più sicuro.
Ovviamente non poteva mancare l'assaggio di riso all'orientale, insieme a pane tipico e a un samosa di pollo.
(segue)
Ovviamente non poteva mancare l'assaggio di riso all'orientale, insieme a pane tipico e a un samosa di pollo.
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