Dopo aver visitato Villa Decio (vedi post precedente), siamo potuti entrare nella Chiesa di San Grato, abitualmente
chiusa, di cui non si conoscono le origini precise ma che si può far risalire
a qualche tempo prima del 1639, anno in cui viene citata per la prima volta in
atti vescovili.
San Grato è il patrono di Aosta e la leggenda narra che si
recò in Terra Santa per cercare la testa tagliata di San Giovanni Battista e
che la recuperò in fondo a un pozzo, motivo per cui viene spesso raffigurato
con una testa barbuta mozzata tra le mani (ce ne sono due esempi nella Chiesa,
una statua e un dipinto, nella foto qui sotto si vede la tela dipinta).
San Grato veniva ritenuto anche il santo protettore dalla
grandine e un’altra rappresentazione tipica lo vede convogliare la grandine in
un pozzo.
Come spesso vediamo nelle chiese della zona, anche questa ha una
finestrella a lato del portale, per permettere ai viandanti di guardare l’interno
e pregare anche nel caso trovassero la chiesa chiusa.
Accanto alla chiesa si apre il cancello verso Villa Broglio-Tarditi, la più grande del borgo, che comprende la residenza signorile, un ampio parco e una masseria ristrutturata dove si suppone che una volta alloggiassero le persone che lavoravano nella proprietà.
Alla destra dell’ingresso della proprietà svetta la torre
medievale a 4 piani che è considerata una casaforte: l’ingresso avveniva dal terzo
piano a più di 6 metri d’altezza (veniva appoggiata una scala per entrare), per scongiurare eventuali invasioni, le
aperture sono formate da feritoie. La casaforte è una struttura difensiva nel
suo aspetto, riservata alla famiglia signorile, al contrario del castello, dove
si riparava tutta la popolazione della comunità, ma la sua vera funzione era
quella di affermare il prestigio e il potere della famiglia che la possedeva.
Altre foto qui.
Foto di Manuela Reggiori.
Testi tratti dalle dispense del FAI redatte da Cosetta Dal Cin e Andrea Del Duca.
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