martedì 27 febbraio 2018

Le E-bike di Etraction anche a Mezzomerico

I nostri amici di Etraction hanno aggiunto un nuovo tassello al grande lavoro che hanno intrapreso per rendere il nostro territorio visitabile in maniera sostenibile.
Da sempre propongono il noleggio delle bici a pedalata assistita e da qualche tempo hanno contribuito a promuovere l'installazione presso alcuni comuni delle colonnine per la ricarica, per consentire la visita e la scoperta di parti di territorio sempre più ampie.

Oggi ho partecipato alla presentazione della nuova colonnina di ricarica a Mezzomerico, che si trova presso la nuovissima azienda vitivinicola Enrico Crola, che ha una particolarità: viene ricaricata tramite la connessione a un impianto fotovoltaico molto particolare.

Lo Smartflower (tm) a cui è collagata la colonnina di ricarica Etraction.
Questo impianto fotovoltaico ha la particolarità di "seguire" il sole e di "chiudersi" come un fiore al tramonto per riaprirsi ai primi raggi di sole.


Le fasi di chiusura dello Smartflower (tm).

Durante la mattinata era presente anche Livio Suppo (ex TM Honda HRC MotoGp) che collabora col gruppo THOK, produttore delle e-bikes noleggiabili tramite Etraction.



E' stata anche presentata una app di Be-E che consente di cercare i punti di ricarica più vicini alla propria posizione.



Noleggiare una e-bike nei nostri territori diventa sempre di più una possibilità di visitarli in maniera sostenibile, senza doversi limitare a brevi tragitti.
Infatti, grazie all'impegno di Etraction, i punti di ricarica iniziano ad essere diversi, dislocati in tutta l'area: Omegna, Ameno, Orta San Giulio, Pella, Mottarone, Baveno, Verbania e ora anche Mezzomerico.

L'evento è stato ospitato nella sede dell'azienda vitivinicola Enrico Crolla, che ha anche offerto un aperitivo con i vini prodotti e con alcune bontà del territorio (crema di gorgonzola e salame).




lunedì 26 febbraio 2018

La Chiesa di San Bernardino ad Ameno

Ad Ameno, una domenica verso mezzogiorno, ho trovato aperta la Chiesa di San Bernardino e sono riuscita a dare un rapido sguardo all'interno appena prima della sua chiusura.
Nonostante abbia avuto parecchie occasioni di passeggiare per Ameno e scoprire le sue bellezze, è stata la prima volta che ho potuto visitarla.
La Chiesa, esistente prima del 1600 e successivamente ampliata nel XVIII secolo è abbastanza in buono stato, nonostante gli evidenti segni dell'umidità.
Durante la peste del 1630 fu intonacata e probabilmente usata come lazzaretto. Solamente verso il 1920 gli affreschi originali sono stati riportati alla luce:
La Chiesa di San Bernardino ad Ameno.

All’esterno, la facciata è in stile barocco decorata da stucchi, entrando colpisce subito l’altare in legno scolpito con l’Immacolata dipinta dal Bertocchino.
Sono rimasta sorpresa nel vedere la particolarità di questa chiesa: ai lati dell'altare è presente un tramezzo in legno decorato che divide la Chiesa. Finora non avevo mai visto questo elemento in altre chiese della zona. Purtroppo non è conservato in maniera ottimale, meriterebbe un accurato restauro che possa riportarlo alla sua originale bellezza...ma si sa che questi interventi costano molto e le casse dei piccoli comuni spesso non possono permetterseli :(

L'altare della Chiesa di San Bernardino ad Ameno, con il tramezzo.

A causa dell’imminente chiusura della Chiesa non ho potuto visitare la zona retrostante il tramezzo, dove avevo scorto altri affreschi.
Tornata a casa, quindi, mi sono documentata e ho trovato alcune notizie nella guida “Lago d’Orta – Itinerari tra arte, storia e cultura”, a cura di Mauro Borzini, Alessandra Salvini e Fabio Valeggia, da cui sono tratti parte dei testi qui pubblicati.
Ho scoperto che, sulla parete di fondo dell’abside, ci sono due affreschi cinquecenteschi dei Santi Bernardino e Domenico (potete scorgerli nelle mie foto).

L'altare della Chiesa di San Bernardino ad Ameno, con il tramezzo.
Questi affiancano un altro altare, detto del SS. Crocefisso, al di sotto del quale si conserva, nell’arcata disegnata ed eseguita da Gualino di Orta, il corpo di San Felice Martire.
La chiesa sorge praticamente nel giardino della famiglia Obicini, e questo fa pensare che fu costruita per volontà della famiglia: il cancello d’entrata ed il muro di cinta la collegano direttamente con Palazzo Obicini.
Questa famiglia è stata una delle più importanti e prestigiose della Riviera d’Orta, tra il XV e il XVIII secolo. Da ricordare sono Frate Bernardo e Padre Francesco Obicini, fondatori del convento del Monte Mesma (leggere qui)