martedì 27 settembre 2016

Scoprire la vita del tempo che fu.

L’ultimo concerto della rassegna musicale Un Paese a Sei Corde si è svolto a Santa Cristina – frazione di Borgomanero – e mi ha dato la possibilità di scoprire una piccola realtà museale che non conoscevo e che vale veramente la pena di visitare.
Il concerto di Giangi Parigini si è svolto nella bella cantina con i "volt" del Museo della Civiltà Agricola, nella quale era allestita una bella mostra fotografica con scatti che ponevano a confronto alcune vedute del paese attuale con le stesse vedute di tanti anni fa.

Questo luogo andrebbe fatto visitare ai bambini delle scuole, sarebbe certamente una visita molto istruttiva.

In attesa del concerto, quindi, sono salita per la scala che, al primo piano, porta alla scuola, e al secondo piano al museo. Già per le scale ci si sente catapultati in un mondo diverso, che sembra così lontano….ai muri tante fotografie raccolte tra gli abitanti di Santa Cristina verso la fine degli anni Ottanta, che hanno dato origine al museo.

La prima rampa di scale che porta al secondo piano dove si trova il Museo.

La seconda rampa di scale, da cui si vede l'ingresso del Museo.

Alla fine delle scale, sulla sinistra si apre la galleria che porta alle varie sale, mentre a destra vi sono alcune piccole salette dedicate ai temi della devozione popolare e dei riti ad essa connessi (processioni, confraternite, ecc.). Vi si trova anche il calendario perenne dei contadini e la ricostruzione di una cascina dell’800.

Il percorso prevede per prima la visita delle salette e poi della galleria, che occupa tutta la lunghezza del museo, e sulla quale si affacciano gli ingressi delle 5 sale tematiche.

La galleria.

La galleria è tappezzata dalle fotografie che hanno dato vita al museo ed è dedicata alla vita lavorativa e agli attrezzi che venivano utilizzati per lavorare il terreno, lavorare e trasportare i prodotti. Sono esposti veramente tantissimi oggetti e osservando ognuno di essi ho tentato di immaginare le epoche e le situazioni in cui veniva utilizzato, tante storie che rimangono in vita grazie a queste iniziative che dovrebbero essere aiutate e fatte conoscere.
In fondo alla galleria si entra nella Sala 1 che è dedicata agli antichi mestieri e dove ritroviamo gli attrezzi dell’ombrellaio, dell’arrotino, dello stagnino e poi quelli per macellare gli animali , per lavorare la lana, il ferro, il cuoio, il legno, e tanti altri.
Chissà se i bambini di oggi sarebbero affascinati da questi oggetti…
La successiva Sala 2 è quella che mi ha colpito di più: vi è ricostruita un’aula scolastica, con i banchi in legno, la lavagna, il pallottoliere, la cattedra, i cartelloni appesi ai muri e addirittura il manichino di una ipotetica maestra con il suo abbigliamento severo.

La ricostruzione dell'aula scolastica.
La sala viene utilizzata per laboratori didattici, facendo sedere i bimbi nei banchi e facendo loro utilizzare pennino e inchiostro per scrivere…

Nella Sala 3 è ricostruita una cucina, il locale più vissuto della casa, fulcro della vita domestica.

Anche la Sala 4 mi ha molto affascinata: è la ricostruzione della camera da letto. Dai ricordi dei miei genitori e da quanto scritto nel volantino del museo, la camera da letto ospitava sempre più persone del dovuto, più bambini dormivano in un letto e magari più coppie nella stessa stanza, separate da tende. Ce lo ricordiamo anche dai film che hanno testimoniato la vita contadina di quei tempi.
Nella stanza non solo i caratteristici oggetti, ma anche la biancheria intima e da letto di allora, cotonine finissime, pizzi e trine fatte a mano.

La ricostruzione della camera da letto.
La sala 5 è dedicata al tempo libero.

Non ho avuto molto tempo per osservare bene le sale in quanto il concerto stava per iniziare, quindi mi sono ripromessa di tornare con più calma e ammirare ogni singolo dettaglio.

Info di servizio:
l’ingresso del museo si trova alla sinistra della Chiesa di Santa Cristina, posteggio gratuito davanti al museo, apertura la prima domenica del mese 14.30-18.00 – Ingresso gratuito con offerta libera per il mantenimento del museo.
Informazioni tratte dal volantino del Museo.






venerdì 23 settembre 2016

Santa Maria di Luzzara e gli oratori campestri.

Una domenica di settembre ho avuto modo di visitare l'oratorio campestre di Santa Maria di Luzzara.
Nel mettermi a scrivere queste poche righe mi sono resa conto che non avevo ben chiaro il significato di "oratorio campestre", anche se è intuibile, e così ho cercato in rete:

Secondo il Codex iuris canonici (raccolta ufficiale di norme vigenti nel diritto canonico), luogo destinato (...) al culto divino in favore di una comunità o di un gruppo di fedeli e al quale possono accedere anche altri fedeli (...); sono considerati oratori a tutti gli effetti anche le cappelle dei cimiteri appartenenti a qualche comunità o ceto di persone. Tradizionalmente gli oratori erano cappelle isolate, di piccole dimensioni, diffusi fin dai primi tempi del cristianesimo, attigui ai monasteri o alle chiese. (http://www.treccani.it/enciclopedia/oratorio/)

La Provincia e la Atl di Novara hanno pubblicato un volumetto molto carino, sugli oratori campestri del novarese dove compaiono sia S.Maria di Luzzara che S.Martino di Ingravo di Bolzano Novarese, a cui ho dedicato qualche articolo con la spiegazione dei magnifici affreschi.

Tornando a S.Maria di Luzzara: si trova a 8 minuti di auto dal B&B, ma si può raggiungere facilmente anche a piedi o in mtb partendo dal Lido di Gozzano.

Facciata dell'oratorio di S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta.

L'antico toponimo a cui deve il nome questo oratorio è "Luciaria", termine che deriva probabilmente dal latino "lucus", cioè "bosco".
L'epoca di edificazione della chiesa viene stimato da alcuni nell'XI secolo e da altri alla fine del XIV.

Due note caratteristiche di questa chiesa sono le tre absidi concatenate - cosa rarissima nelle chiese romaniche occidentali - e il campanile a vela.

Le 3 absidi concatenate dell'oratorio di S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta.
Gli affreschi risalgono a circa il XV secolo e sono tutti molto danneggiati, sia dal tempo che da fori di proiettili dell’ultima guerra.
All'esterno si scorge sulla sinistra San Cristoforo, che era sempre rappresentato in grandi dimensioni perchè i viaggiatori - di cui è patrono - potessero vederlo e invocarlo anche passando lontano dalla chiesa.
Anche all'interno si è recuperato poco, gli unici dipinti che si possono ammirare quasi nella loro interezza sono una Madonna e un San Paolo.

Madonna col Bambino e San Paolo - S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta
Il dipinto più antico è quello dell'abside di sinistra, attribuito a Francesco Cagnola, che rappresenta l'Incoronazione della Vergine.

Incoronazione della Vergine - S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta
Purtroppo gli affreschi delle absidi centrale e di destra sono stati coperti da dipinti di epoche successive.
A Cagnola è attribuito anche il grande affresco sopra l'arco centrale, che rappresenta una grande Crocifissione.

La Crocifissione - S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta

Purtroppo la chiesetta normalmente è chiusa. Io ho avuto modo di visitarla perchè era la domenica della festa annuale, e si stava per celebrare la messa.

Testi tratti dal volantino pubblicato a cura della Commissione Cultura e Territorio della Comunità Pastorale di Gozzano e dal sito www.orta.net

S.Maria di Luzzara - Lago d'Orta









domenica 28 agosto 2016

La chiesa di San Gaudenzio a Baceno

Era da parecchio tempo che desideravo visitare la chiesa di San Gaudenzio a Baceno - monumento nazionale - perchè diverse persone me l'avevano descritta come un luogo assolutamente da vedere.
Finalmente oggi ho deciso che il pomeriggio era per me e con il mio fido destriero ho intrapreso la motopasseggiata.

La mia Hornet davanti alla Chiesa di San Gaudenzio a Baceno.
Baceno dista dal nostro b&b un'ottantina di chilometri e la via più rapida è quella di fare l'autostrada verso il Sempione: ho costeggiato la sponda orientale del lago d'Orta e a Omegna sono salita sulla superstrada che poi diventa autostrada.
Ho percorso la Val d'Ossola e ho preso l'uscita per Crodo (non c'è pedaggio su questo tratto). Seguendo le indicazioni per Pontemaglio e Crodo poi compaiono quelle per Baceno.
Dopo l'uscita dall'autostrada il percorso è un po' più movimentato e si passa in paesini con casette e chiesette bellissimi.
A Baceno è sufficiente seguire le indicazioni e si arriva nel posteggio (gratuito) dove la chiesa si manifesta nella sua imponenza, con il gigantesco San Cristoforo affrescato affinchè i viaggiatori (ne è il patrono) potessero vederlo da lontano, durante i loro cammini nei pressi della chiesa.

La chiesa di San Gaudenzio - Baceno.

San Cristoforo - Chiesa di San Gaudenzio - Baceno

Gli orari di apertura per le visite sono riportati nel sito della chiesa. L'ingresso è gratuito ma ci sono diversi contenitori per il mantenimento della chiesa e degli affreschi.

La chiesa è sorta nella sua prima "versione" attorno al 1000 e fu rimaneggiata più volte.
Quando sono entrata sono rimasta sbalordita per la ricchezza di affreschi presenti: la chiesa ne è praticamente ricoperta completamente e sono quasi tutti in buono stato. Una particolarità è il pavimento, decisamente in salita (ci sono circa 90 cm di dislivello tra l'ingresso e l'area dell'altare).

L'interno della chiesa di San Gaudenzio - Baceno.

In fondo alla navata di destra (guardando l'altare) si trova la cappella della Madonna, "considerata (artisticamente parlando) la parte più bella e antica della chiesa" (cit.), affrescata con scene della storia di Maria.
La cappella della Madonna nella chiesa di San Gaudenzio - Baceno.
Due ante barocche rovinano gli affreschi precedenti purtroppo...
Sulla destra, un po' nascosta, una elegante Madonna del Latte.

La Madonna del Latte nella Chiesa di San Gaudenzio - Baceno.
Sull'arco di sinistra si vede un curioso affresco, sembra rappresentare degli ex-voto antichi.

La cappella della Madonna - Chiesa di San Gaudenzio - Baceno.
Personalmente, mi piace tanto questa Annunciazione:

Annunciazione - Chiesa di San Gaudenzio - Baceno.

Altri due affreschi che mi hanno colpito sono quello di Adamo ed Eva e quello di Lucifero, che si trovano nella zona destra del presbiterio. Ho trovato spiegazioni interessanti nell'articolo di Fabio Casalini sul blog I Viaggiatori Ignoranti che vi invito a leggere.

Non c'è una cripta, ma a metà della navata di destra una scaletta scende nella "grotta di Lourdes", niente di particolarmente interessante, ma è stata realizzata dagli abitanti e sono presenti molti ex-voto.
Ci sono molti altari di epoche successive ma si tratta di opere di periodi artistici che mi piacciono di meno...

Proseguendo nella valle, dopo Crodo si trovano le Terme di Premia e in cima alla valle le bellissime cascate del fiume Toce.

Sulla strada del ritorno ho avuto tempo solo di fotografare l'esterno di due chiese che potrebbero essere oggetto di prossime visite:

- la chiesa pievana dei SS. Pietro e Paolo a Crevoladossola, edificata nel 1331;

La chiesa pievana dei SS. Pietro e Paolo a Crevoladossola

- San Bartolomeo a Villadossola, seconda metà del XII secolo, uno degli edifici romanici meglio conservati e che ha il campanile più bello della Valdossola.

La chiesa di San Bartolomeo a Villadossola

Fonti:
Archeocarta
Medioevo.org




lunedì 1 agosto 2016

In una stretta valle

La motopasseggiata di oggi mi ha portato a Campello Monti, in fondo alla Val Strona, una valle stretta stretta, con una strada a volte pure molto stretta e tortuosa.

Dal B&B sono circa 38 chilometri di curve e bei paesaggi, ma non è un giro circolare, quando si arriva in fondo alla valle è necessario tornare indietro per la stessa strada fino ad Omegna, dove si puo' decidere se rientrare al B&B costeggiando la costa orientale oppure quella occidentale (così come è da decidere all'andata).


Io ho percorso per prima la sponda orientale, godendomi l'acceso blu del lago d'Orta in una mattinata limpida e non afosa (dopo i temporali del giorno prima).
A Omegna bisogna entrare in paese e seguire i cartelli per la Valle Strona, non prima di aver fatto il pieno di carburante perchè poi non ci sono distributori.


La strada è tortuosa e in alcuni punti molto stretta, tra Germagno e Massiola l'asfalto è abbastanza degradato e lungo il ciglio della strada rovi e felci ingombrano e rimanendo a destra per non invadere lo spazio di un eventuale veicolo in senso inverso non è raro urtare la vegetazione. In alcuni punti mi sono anche sentita di suonare il clacson tanto le curve erano cieche e strette. Insomma, un primo tratto che per il mototurista non concede molto spazio per ammirare il panorama, ma a velocità ridotta si puo' fare anche quello :)


Verso la parte finale della valle la strada si allarga e l'asfalto è migliore, a Campello Monti ho visto le indicazioni per un paio di ristoranti, di cui uno con camere. Lungo il percorso non ne ho visti poi molti, e neanche bar.
Si possono visitare il museo del legno, ci sono anche molte botteghe artigiane.
Alcuni paesini sono di origine Walser e la valle ne mantiene vive le tradizioni.
Oggi non avevo tempo di visitare tutto cio' che la Valle offre ma mi sono ripromessa di dedicarle un giorno intero appena possibile.

Qui la mappa e qui un po' di informazioni.

La prossima volta voglio deviare verso Germagno. Ci dovrebbe essere la sede di monaci che coltivano la frutta e ne fanno marmellate molto buone: le ho potute gustare un anno fa in occasione di un evento ad Ameno.

Tornando verso Omegna mi è sembrato che la strada fosse migliore, forse stare sul lato opposto della carreggiata facilita la guida.



martedì 26 luglio 2016

Tra boschi e oratori campestri.

La Colma e la Cremosina, due strade abbastanza rinomate tra i motociclisti della zona ma anche bei percorsi per una motopasseggiata che coniuga divertimento sulle due ruote, natura e cultura.

La base di partenza e arrivo è il nostro B&B, situato in posizione strategica rispetto a diversi itinerari interessanti, e rispetto ai due laghi (Maggiore e Orta).

Il primo tratto, di circa 11 km, passati Gozzano e S.Maurizio d'Opaglio, porta a scendere verso il lago a Lagna per arrivare poi a Pella. Si costeggiano le spiaggette e le acque pulite del Cusio e si passa davanti alla Chiesa di impianto romanico di San Filiberto, purtroppo quasi sempre chiusa, che, secondo la tradizione, è la più antica cappella della riviera occidentale del lago d'Orta (XI secolo).

Il lago d'Orta visto dalla chiesa di S.Filiberto di Pella.
A Pella si può fare una sosta alla Pasticceria Torre per una brioche con panna, gelato o Nutella  (se di domenica mattina) oppure per un ottimo gelato se transitate in altro giorno e orario.
La passeggiata di Pella è isola pedonale, ci sono posteggi gratuiti un po' dappertutto.
Volendo visitare l'isola di San Giulio ci sono gli attracchi della Navigazione del Lago d'Orta sia davanti alla chiesa di S.Filiberto, che in fondo alla piazza di Pella.

Proseguendo il giro si risale sulla s.p. 46 e si prosegue fino alla deviazione per Civiasco, superando il bivio che porta al Santuario della Madonna del Sasso, oppure salendo per visitare la chiesa e godere del panorama sul lago d'Orta. La Chiesa si trova su uno sperone di roccia granitica, materiale oggetto di sfruttamento industriale tra la metà del 1800 e la metà del 1900.

Il santuario della Madonna del Sasso, a Boleto.

Le condizioni dell'asfalto della strada verso Civiasco non sono molto buone, ma il paesaggio ripaga: molto verde, paesini disseminati di piccoli oratori campestri, poco traffico (sono le 11 di un martedì mattina). I primi chilometri regalano scorci del lago d'Orta e, dietro una curva, una bella sorpresa!
Dopo un momento di panico, essendo completamente esposta ad eventuali cornate...., quando le mucche sono transitate riesco anche a fare la foto di rito :)

Le mucche sulla strada per Civiasco.
Non programmate di bervi un caffè o un aperitivo al bar in cima al passo, perchè alla sommità del passo della Colma non c'è proprio nulla, si inizia subito a scendere verso Varallo Sesia (25 km circa da Pella) dove si puo' fare tappa per visitare il borgo e il Sacro Monte.

Veduta del Sacro Monte di Varallo dalla stazione ferroviaria.

Il giro prosegue per 7 km verso Borgosesia, su una strada meno bella anche se pure nel verde, da dove si svolta verso Valduggia per percorrere la Cremosina, bella strada con curve dolci e con asfalto nettamente migliore.

Una settantina di km adatti per un giro da svolgere in poco tempo oppure, facendo tutte le tappe indicate, per riempire una bella giornata.

Qui la mappa.




venerdì 10 giugno 2016

Tenere viva la memoria.

La memoria di ciò che è stato è ciò che ci fa comprendere il presente e scegliere meglio il nostro futuro.
Per mantenere viva la memoria del passato del nostro territorio, nel 2015 è stato avviato il progetto ACCENDIAMO LA MEMORIA che si prefigge di raccogliere vecchie immagini, documenti e video e intende realizzare interviste su diversi argomenti.
Le zone di riferimento sono il Cusio, il Medio Novarese, il Vergante e i paesi limitrofi.
L'obiettivo è quello di CONSERVARE e CONDIVIDERE tutti i materiali (che possono anche essere donati da privati), che comporranno una banca dati in continua evoluzione.

Sul sito è visibile in tempo reale, in home page, lo stato dell'archivio: quante immagini raccolte (ad oggi più di 18.000), quante online e quanti video online.

Ecomuseo è il partner istituzionale del progetto Accendiamo la Memoria.
Fabio Valeggia ne è la colonna portante e da qualche mese sta presentando il progetto in alcuni dei paesi del territorio interessato, proiettando le immagini dei rispettivi paesi e suscitando sempre molto interesse.
Fabio Valeggia presenta Accendiamo la Memoria ad Orta. L'immagine è di Bolzano Novarese com'era, e com'è.

Finalmente oggi sono riuscita ad assistere a una delle presentazioni, a Orta San Giulio, che è stata, pero', diversa dalle altre e molto particolare.
Infatti, erano presenti i ragazzi della scuola media di Orta che hanno "studiato" l'archivio di Accendiamo la Memoria per distillare immagini che li hanno colpiti e sulle quali hanno poi svolto delle ricerche.

Il Sindaco di Orta introduce l'incontro con la Scuola.

Ognuno ha scelto una tematica e ha fatto una piccola presentazione al pubblico, i ragazzi hanno spaziato dai mestieri, al risanamento del lago, dalla scuola, all'abbigliamento e al tempo libero, sono stati toccati anche la Galloni (motociclette) e il sabato del fascismo.

I ragazzi hanno illustrato le loro ricerche sulla storia di Orta e del territorio circostante.

Complimenti ai ragazzi e anche agli insegnanti coinvolti nel progetto, che hanno saputo trasmettere loro la voglia di comprendere quello che fu.

Sul sito di Accendiamo la Memoria si possono visionare le immagini, inoltre esistono un blog e la pagina facebook.

Il prossimo appuntamento è per il 21 di giugno, i dettagli qui.









giovedì 2 giugno 2016

Festeggiare il 2 giugno in un piccolo paesino del novarese.

Oggi è stato un giorno importante perchè abbiamo ricordato un giorno di 70 anni fa che è stato uno dei momenti fondanti della Repubblica Italiana, quello del referendum istituzionale, dove gli Italiani sono stati chiamati a scegliere tra monarchia e repubblica.

La scheda elettorale del 2 giugno 1946

Circa un mese fa ci siamo detti che bisognava organizzare un momento di ricordo, che doveva essere, però, piacevole, che non fosse la solita conferenza celebrativa. E la formula che abbiamo ideato ha decisamente funzionato perchè finalmente la sala consiliare era piena di cittadini e abbiamo anche raccolto diversi apprezzamenti alla fine della serata.

In attesa di incominciare abbiamo proiettato immagini dell'epoca e, quando il Sindaco ha dato inizio alla serata, abbiamo ascoltato il nostro inno nazionale, con qualche timido accenno di canto da parte del pubblico (che però, come succede a tutte le partite di calcio o eventi di vario tipo, perde il ritmo con la musica dopo poche battute :DDD).

Il Sindaco ha fatto un breve discorso introduttivo per ricordare l'importanza del referendum e della partecipazione al voto.
Dopo un brevissimo video dell'epoca, il professor Giovanni Cerutti, Direttore scientifico dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola, ha illustrato in 15 minuti e in modo estremamente interessante i passaggi storici attraverso i quali si è arrivati al referendum istituzionale, come e perchè ci arrivo' indebolita la monarchia e come tentò di far ricorso per calcolare le percentuali sugli aventi diritti al voto invece che sui votanti.

Successivamente abbiamo proiettato due video, il primo è stato realizzato da una scuola superiore ed illustra i vari passaggi istituzionali, a partire dall'ottobre 1944, che hanno portato al riconoscimento di voto alle donne.
Il secondo, un documentario dell'Istituto Luce, racconta quel giorno speciale, quel 2 giugno che ci ha regalato la Repubblica attraverso immagini del voto in diverse città e di alcuni personaggi famosi (Umberto II, Toscanini, Benedetto Croce, ecc).

L'Assessore Carlo Frattini, appassionato studioso della storia locale ha poi raccontato cosa successe a Bolzano Novarese quel 2 giugno, quanti andarono a votare e quali furono le preferenze espresse: la monarchia ottenne 103 voti e la repubblica 374, ci furono 5 schede  nulle e 60 schede bianche.

Per quanto riguarda i partiti, quello che riscosse il maggio numero di preferenze fu il PSIUP, Partito Socialista di Unità Proletaria, con 256, seguito da Democrazia Cristiana con 172 e Partito Comunista con 74 voti.
Una curiosità: i partiti venivano identificati con la descrizione del loro simbolo.

Non c'erano i nomi dei partiti ma la descrizione del simbolo.

Per chiudere la serata si è voluto creare un passaggio ideale tra chi c'era quel 2 giugno del 1946  e chi tra poco inizierà a votare, i neo -diciottenni.

A Bolzano Novarese ci sono ancora 11 elettori che votarono al referendum istituzionale, 3 erano presenti e a loro è stata donata una pergamena con l'attestato di presenza e la fotocopia del cedolino elettorale.

I bolzanesi che compiranno 18 anni nel 2016 sono 10, di loro 3 erano presenti e a loro è stata regalata una copia della Costituzione Italiana che è stata consegnata dagli elettori anziani.
Il Sindaco ha poi donato ai 3 giovani il libro su Bolzano Novarese con la raccomandazione di leggerli un pò per volta ma con costanza, servirà loro a conoscere e capire la realtà in cui vivono.

Il Sindaco, i neo-diciottenni, gli elettori anziani e i parenti degli elettori anziani che non hanno potuto presenziare.





domenica 29 maggio 2016

Il Bike-Park a Maggiora

Sabato scorso, 28 maggio 2016, il Maggiora Park ha organizzato un "Bike Day", per promuovere il suo Bike-Park.
Ingresso e noleggio delle bici gratuiti per tutta la giornata: una buona occasione per andare a scoprire questo parco attrezzato per il divertimento degli appassionati di mtb.
Arrivando al park da Gozzano, ci si trova due grandi posteggi ai due lati della strada, proprio vicino all'ingresso. Proseguendo in auto si arriva a un incrocio dove, svoltando a sinistra in una curva a gomito, si giunge al ristorante, in posizione elevata, che domina tutto il park, e che dispone anche di giardino e piccola piscina con sdraio.
Questa è la panoramica vista dal ristorante:

La vista sul Bike Park dal parcheggio del Ristorante.

Abbiamo trovato il personale, sia al negozio che al noleggio che alle varie postazioni sotto ai gazebo, molto gentile, bene informato e disponibile alle spiegazioni.
Nel piazzale all'ingresso è installato un gigantesco cuscino ad aria che permette di ammortizzare la caduta dopo un salto.

Le evoluzioni che terminano sul grande air bag.


Salti acrobatici e atterraggio sull'air bag.

Il noleggio era possibile sia per mtb normali che per e-bike, a richiesta venivano forniti anche il casco o le scarpe. Pero' si poteva anche entrare e girare con le proprie bici.


Sulla sinistra, in magli azzurra, salti con evoluzioni.

Per frequentare il park bisogna fare una tessera annuale (anno solare) di 10 euro che comprende la copertura assicurativa SOLO in caso di guasto alle bici o problemi legati alla pista, pero' da diritto a sconti al negozio, all'officina e al ristorante. Poi ogni giornata intera costa 10 euro oppure 5 euro se si entra alle 16 (chiusura alle 18.30 in estate).

Su sito si trovano tutti i dettagli sui costi e sulle tipologie di percorso e di attrezzature per i salti.

Il track indoor



domenica 22 maggio 2016

La notte dei musei al Castello di Vogogna

Lo scorso 21 maggio 2016 si è celebrata la notte dei musei e in quella occasione il Castello di Vogogna ha aperto in via eccezionale dalle 20 alle 23, gratuitamente. E gratuitamente abbiamo partecipato alla visita guidata a cura dell'associazione degli Amici del Castello.
La signorina che ci ha accompagnati nella visita era molto preparata ed è stato interessante scoprire il castello nei suoi vari aspetti.

Il Castello di Vogogna e la valle sottostante.


Prima di tutto ci è stato spiegato che recentemente si è appurato che il castello è più "borromaico" che "visconteo", contrariamente a quanto si era creduto fino ad ora.
Il castello è a pianta irregolare perchè è stato costruito attaccato a uno sperone di roccia, in alcuni casi la roccia è inglobata nelle pareti stesse.

Una stanza costruita attorno alla roccia.
Sorge poco più sotto ai resti della Rocca, che fu costruita precedentemente a scopo difensivo e della quale si possono vedere alcuni resti attraverso le vetrate del terzo dei piani accessibili per le visite.

La rocca in rovine vista dall'interno del castello.
Dopo anni di degrado, il castello venne chiuso al pubblico nel 1970 e nel 1990 inizio' il restauro.
Le corti esterne vennero inaugurate nel 1998 e la sala conferenza interna nel 2001.
Entrando si possono visitare alcune stanze rese agibili, tra cui alcune celle dove si possono vedere gli anelli inseriti nella roccia a cui venivano legati i prigioniei e le incisioni con le quali questi contavano i giorni di pena da scontare...

In una stanza si può notare la grata di una cella di isolamento.

In cima alla torre semicircolare ci sono le feritoie e i fori per le bombe,  questa, infatti, è stata aggiunta in un secondo tempo, quando si è iniziato a usare le armi da fuoco.

La vista di Vogogna dalle feritoie della torre semicircolare.
E' sicuramente un luogo che vale la visita, dal B&B sono circa 45 minuti di auto. In zona si trovano pizzerie e ristoranti raggiungibili a piedi dal castello. Ci sono posteggi liberi lungo la strada.

Fonte di alcuni testi: foglio descrittivo consegnato all'ingresso del castello.

mercoledì 20 aprile 2016

Volare sopra gli alberi...

Mai avrei pensato di poter vivere l'esperienza di volare sopra gli alberi, ma è successo: sull'Alpe Segletta, alle spalle di Verbania.
Percorrere 1850 metri sospesa nel vuoto, a 350 metri da terra, attaccata a un unico cavo, per me era del tutto impensabile, soffrendo di vertigini, quelle toste (a causa di un brutto incidente da ragazza), che ti prendono nel basso ventre appena ti avvicini al bordo di un balcone già al terzo piano...
Ma alla fine sono contenta di essermi lasciata convincere...anche se un leggero stato di agitazione mi ha accompagnato per tutto il tempo...

Le caprette sulla strada verso Aurano.
Tutto è iniziato quando il nostro B&B, grazie all'Associazione Case Piemontesi, ha stipulato una convenzione per i nostri clienti con Lago Maggiore Zipline, società che dall'anno scorso propone un'esperienza adrenalinica tra le montagne sovrastanti la sponda piemontese del Lago Maggiore.
Grazie agli amici di Lago Maggiore Zipline, abbiamo potuto visitare la struttura e alcuni di noi hanno potuto anche provare l'emozione del volo.
La struttura si raggiunge salendo da Verbania verso Premeno e, dopo aver raggiunto Piancavallo, seguendo le indicazioni per l'Alpe Segletta (dal nostro B&B si tratta di circa 70 minuti di auto).
A disposizione dei clienti un posteggio gratuito dal quale si raggiunge il prato dove sorgono la struttura di accoglienza, con biglietteria e bar/ristorante, e l'impianto di arrivo, da cui parte la navetta gratuita che in 15 minuti porta i clienti all'impianto di partenza.

Lago Maggiore Zipline: biglietteria, bar/ristorante, l'impianto di arrivo.
Siamo stati i primi a partire e nel tragitto abbiamo scoperto da Claudio, uno dei due tecnici, che la zona è ricca di attrazioni: sentieri per camminate, un tratto di linea Cadorna visitabile, anche una pista per sciare.
Giunti alla partenza abbiamo assistito al "volo" di test per verificare lo stato di pulizia del cavo.
Mia agitazione in crescita.
Poi Claudio ha imbragato Davide che ha effettuato il volo.
Mia agitazione ancora in crescita...
Esistono pochissime strutture simili (ci hanno detto 4 in Italia) ma quella di Aurano è l'unica in Italia a proporre il volo in due stili diversi: freestyle, cioè agganciati in piedi, con le mani libere, con possibilità di fare evoluzioni durante il volo, e falconstyle, agganciati in orizzontale, come nella foto sotto (all'arrivo dopo il mio volo).

All'arrivo. Ho effettuato il volo con l'imbragatura FALCONSTYLE.
Ho scelto il "falcon style", mi hanno consigliato così visto che era la mia prima esperienza di volo.
Il personale alla partenza è molto competente e, all'occorrenza, sa anche confortare e tranquillizzare: lo so, perchè hanno dovuto avere una particolare pazienza con me...
Agitazione in crescita, così come il battito cardiaco...
Consiglio di portare una giacca a vento per l'aria, ne tira sempre un po' in alto, si è a circa 1300 metri, scarpe che non possano scappar via e, se portate gli occhiali, magari la mascherina da sci, o da cross, in modo da bloccarli un po'. Il personale dovrebbe avere delle mascherine di plastica ma mi sono dimenticata di chiederla, nell'agitazione del momento, e il casco non era così coprente sulle orecchie da garantirne il bloccaggio totale, quindi durante il volo ho evitato di muovermi troppo per paura di perderli, inoltre la lacrimazione mi ha un po' infastidito. E' stato l'unico neo di questa esperienza davvero unica.
Oltre alle vertigini io soffro molto di vuoti allo stomaco provocati dai dislivelli quindi temevo il momento della partenza ma, essendo imbragata in orizzontale, ed essendo la discesa progressiva, non ne ho assolutamente sofferto.

Il puntino bianco con le braccia allargate sono io!
E' stato davvero emozionante...guardare gli alberi e il paesaggio da una prospettiva diversa...si svolge tutto abbastanza velocemente (circa 1 minuto e mezzo-2 minuti) ma si riesce comunque a godere del silenzio, del vento, del paesaggio.

Emozione pura!
A metà ho avuto la sensazione di oscillare leggermente in orizzontale verso destra e sinistra, non so se è successo perchè ho allargato le braccia invece di tenerle incrociate sul petto (il che avrebbe dato maggior velocità). All'arrivo una assistente aiuta il bloccaggio e a togliere l'imbragatura.

All'arrivo.
Il momento dell'arrivo è stato strano: nonostante durante il volo alla fine sia stata abbastanza tranquilla, una volta tolta l'imbragatura avevo le gambe che tremavano! Ma questa sensazione è passata subito, per lasciar spazio alla soddisfazione e alla felicità per aver saputo vincere le mie piccole paure ed essermi buttata in questa esperienza unica :)

Dopo il volo è possibile sostare nel prato, rilassarsi e mangiare al bar/ristorante che ha ampie vetrate per godere del panorama.

Ringrazio Lago Maggiore Zip Line e in particolare Manuela che è stata in contatto con noi, Paola, Claudio e l'altro tecnico di cui non ricordo il nome, molto gentili e disponibili a spiegarci tutto nei minimi particolari.
I clienti del nostro B&B potranno usufruire di una tariffa agevolata per i voli.
Si puo' volare anche in coppia, qui sotto vedete ritratti due colleghi di un B&B di Domodossola.

Il volo in coppia