lunedì 20 aprile 2020

Orta, acquerello di Dio (Piero Chiara)

Siamo al 42mo giorno di chiusura del B&B, #restiamoacasa ma possiamo viaggiare con la fantasia!

Proviamo a immaginare di vedere i luoghi dei nostri territori con gli occhi degli scrittori, dei pittori e dei poeti, italiani e non, che li hanno visitati e in cui hanno soggiornato, facendosi rapire e ispirare dalla sua bellezza!

Piero Chiara (1913-1986): da " Il silenzio di Orta", 1983.


Isola di San Giulio - Autore del quadro: Pierangelo Vicario

<<Quando il Creatore ha dato colore al mondo, deve aver usato prevalentemente tinte forti e dense, coprenti.
Ma in qualche luogo, preso da un estro romantico o per vincere una sua divina malinconia, ha impiegato tinte diluite e trasparenti.
Non il nero fumo dell’ira, non il cinabro della passione, o il blu di Prussia venefico, ma solo il cobalto, il rosa, il lillà e il verde pallido.
A Orta per esempio, ha dipinto spargendo acqua, certo benedetta, sul foglio intatto del cielo, e poi spruzzandovi  poche gocce di verde e d’azzurro, un frustolo di rosso subito sfumato in rosa e qualche piccolo grumo di bianco.
Così, lago, cielo, colle e monte, muri, embrici e alberi si fondono e sfumano nel nulla come in nessun altro luogo, tremolano dietro un velo di luce, esitano a mezz’aria, quasi miraggio o Fata Morgana sopra incerto orizzonte.


Isola di San Giulio - Autore del quadro: Giorgio Ramella

Orta, acquerello di Dio, sembra dipinta sopra un fondale di seta, col suo Sacro Monte, alle spalle, la sua nobile rambla fiancheggiata da chiusi palazzi, la piazza silenziosa con le facciate compunte dietro le chiome degli ippocastani, e davanti, l'Isola di san Giulio, simile all'aereo purgatorio dantesco, esitante tra acqua e cielo.

Orta San Giulio-Piazza Motta - Autore del quadro: Pierangelo Vicario

Il silenzio si addice a Orta, perché pare basti un frastuono, un rimbombo o un urlo a rompere il sipario di mussola sul quale è dipinto il suo paesaggio.
Poche, caute presenze già ne turbano l’aria: nessun pesce sporge il capo dalle acque, gli uccelli zittiscono nel fogliame, mentre da sempre sgocciola, fresco e vibrante,  il divino acquerello>>

Isola di San Giulio - immagine tratta dal sito FieldstoneArt


sabato 4 aprile 2020

Un Supervulcano in Valsesia


I nostri territori, di rara bellezza naturalistica, vantano tante ricchezze artistiche e propongono molte iniziative culturali ma non è finita: poco lontano dal nostro amato Lago d’Orta è stato scoperto, una ventina di anni fa, un SUPERVULCANO fossile.
Questa caratteristica particolare del terreno ha anche positive ricadute sulla coltivazione dei vigneti.

Molti geologi vengono a studiare le rocce della Valsesia

Rocce della Valsesia
Ma cos’è un Supervulcano? 
Non lo sapevo, mi aiuto con Wikipedia e capisco che è una di quelle 10-12 grandi aree al mondo, dal  diametro di varie decine di chilometri, che si sono formate dopo che un’eruzione ha svuotato un vulcano e lo ha fatto sprofondare. Sono strutture che non sono dei veri e propri vulcani e all’interno delle quali ci possono essere vari crateri o altre formazioni quali geyser, fumarole, sorgenti termali, ecc. Alcuni esempi sono il parco di Yellowstone (Usa) e i Campi Flegrei (zona di Napoli).

La zona dei Campi Flegrei (Napoli)
Il territorio del Sesia Val Grande Geopark contiene una straordinaria varietà di rocce e forme del paesaggio che derivano da diversi processi geologici: tutta l'area mostra gli effetti delle numerose trasformazioni accadute in centinaia di milioni di anni.

Il prof. Silvano Sinigoi, professore di Petrografia all’Università di Trieste, ha studiato la geologia del territorio valsesiano dal 1979, continuando gli studi del prof. Giorgio Rivalenti, professore di Petrologia e Petrografia dell'Università di Modena (un pioniere degli studi della geologia della Valsesia). Negli anni ’80 iniziò a collaborare con il prof. James Quick, prorettore della Southern Methodist University di Dallas e nel 2009 presentò la sua scoperta, che fece il giro del mondo e fu riportata dalla tv e dalla stampa nazionale e scientifica: dimostrò che le rocce magmatiche e vulcaniche di quella zona appartengono ad un unico sistema magmatico attivo tra 290 e 280 milioni di anni fa e ormai fossile.

Il prof. Sinigoi - foto NovaraPuntoCom

Circa 300 milioni di anni fa un vulcano è esploso eruttando un'immensa quantità di materiale e sprigionando un'energia pari a 250 bombe atomiche. Tra 60 e 30 milioni di anni fa gli stessi processi che hanno formato le Alpi hanno sollevato e ruotato la parte di crosta terrestre in cui si trovava il vulcano esploso, mettendone in evidenza il sistema di alimentazione, fino a circa 30 km di profondità: si tratta di un caso unico al mondo!

Cartina della zona del Supervulcano - Fonte: volantino Sesia Val Grande Geopark

Tutta quest’area fa parte del Sesia Val Grande Geopark riconosciuto dall'UNESCO il 5 settembre 2013 e diventato, nel novembre 2015, "UNESCO Global Geoparks”.
E' possibile vederlo in un'area che comprende Valsesia e Valsessera, fino a lambire il lago Maggiore. Per promuoverne la peculiarità geologica esiste l'Associazione geoturistica "Sesia Val GrandeGeopark"


Fonte dei testi: www.supervulcano.it