lunedì 24 agosto 2015

#myexpo2015 - parte 2

Uno dei padiglioni che mi è piaciuto di più (tra quelli finora visti, e me ne mancano molti) è quello del Bahrain. 
L'architettura è molto particolare, tutto bianco, strutturato a corridoi dove, anche quando fa molto caldo, si creano piacevoli correnti di aria fresca. A fine Expo il padiglione verrà smontato e rimontato nel Bahrain, dove servirà da giardino botanico.

Il rendering proviene dal sito di Expo2015, il padiglione è stato realizzato esattamente come da immagine.
Il tema è "Archeologie del Verde" e ci fa viaggiare attraverso la cultura artistica (sono esposti alcuni reperti archeologici) e quella agricola. Nei vari spazi ricavati ci sono 10 diversi frutteti, con alberi che daranno i propri frutti in diversi periodi, all'interno del semestre di Expo, a ricordare le diverse colture possibili in quei territori grazie alla ricchezza di sorgenti di acqua dolce in una regione prevalentemente desertica.


Il frutteto dedicato alla PAPAYA.

L'Irlanda è uno di quei paesi che, secondo me, ha sviluppato bene il tema di Expo, presentando le peculiarità delle sue attività agricole - colture,  pastorizia - insieme all'impatto che generano sul pianeta, illustrandoci anche i percorsi di sostenibilità e controllo qualità che garantiscono la genuinità dei  prodotti e il rispetto dell'ambiente. 




Con i filmati dei paesaggi e la musica dal vivo, si ricrea piacevolmente l'aria d'Irlanda. 




Anche l'aspetto esteriore del padiglione mi è piaciuto, in legno, molto semplice (seppur immagino complesso nella realizzazione).

Abbiamo poi visitato i cluster del riso e del cacao, dove i padiglioni erano piccolini e realizzati tutti con lo stesso stile. In questi piccoli spazi sono presenti parecchi Stati che, purtroppo, in molti casi, hanno scambiato Expo per la Bit o per la Fiera dell'Artigianato. In particolare, il "basmati pavillon", credo succedaneo dell'India, non presente nell'elenco dei paesi espositori che ho consultato anche oggi, è davvero una bancarella per vendere prodotti, con qualche esempio delle tipologie di riso relegato in un angolo. E c'era pure il "buttadentro" che
diceva "India, India", indicandone l'ingresso, una vera delusione, una delle cose peggiori viste.




In questi due cluster da segnalare Myanmar, dove si parla della storia del riso e della sua coltivazione in questo paese che fu negli anni 30 il principale esportatore, ai primi posti anche ora.






Myanmar è anche uno dei principali esportatori di legumi secchi e fagioli.Nel corso del tempo sono stati sviluppati sistemi di produzione agricola innovativi che hanno portato alla riduzione dell’uso di fertilizzanti chimici e pesticidi, e quindi ad una produzione più eco-sostenibile e a un riso più sicuro.





Ovviamente non poteva mancare l'assaggio di riso all'orientale, insieme a pane tipico e a un samosa di pollo.



(segue)

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